Quest’estate, una signora pugliese di 115 anni è diventata la donna più longeva d’Europa. Maria Giuseppa Robucci, meglio conosciuta come nonna Peppa, è la terza persona più longeva al mondo. Ma non è l’unica cittadina italiana ad avere tanti compleanni alle spalle! L’elevata aspettativa di vita in Italia è infatti, da tempo, invidiata ovunque.
E voi, vivrete più a lungo dei vostri investimenti
accantonati per la vecchiaia?
Anche se non arriverete a compiere 115 anni, i vostri investimenti vi dovranno
sostenere per molto più tempo di quanto possiate pensare.
La medicina facendo leva sulla tecnologia, sta facendo passi da gigante. È sempre la tecnologia l’elemento chiave che nel 2016 ha permesso a un’equipe del San Raffaele di giungere a una svolta, tracciando i linfociti T e contribuendo alla lotta contro il cancro.
Fuori dall’Italia, i ricercatori stanno mettendo a punto la sperimentazione del sangue artificiale. Altri invece stanno vagliando gli usi dell’intelligenza artificiale dalla mammografia all’espansione dei dati di ricerca ben oltre quelli degli studi clinici. Molti tentativi falliranno, tuttavia la storia ci insegna che ve ne saranno abbastanza che andranno a buon fine, allungando l’aspettativa di vita.
I vostri investimenti devono tenere in considerazione i progressi della medicina di oggi e di domani. Il vostro orizzonte temporale quando parliamo di investimenti è l’intero periodo in cui questi devono sostenervi per realizzare i vostri obiettivi, ovvero l’intero arco temporale della vostra esistenza, magari coprendo anche quella del coniuge. Se avete 50 anni e i vostri genitori hanno superato gli 80, la vostra aspettativa di vita potrebbe facilmente raggiungere i 100 anni. Cercate di non arrivare alla fine della vostra vita con pochi risparmi. Gli insignificanti proventi dei titoli di stato non riusciranno a sostenere decenni di pensionamento. Vi servono rendimenti superiori al 2,96% offerto oggi dai BTP decennali.
In pochi lo capiscono ma, nel lungo periodo, i titoli azionari sono molto meno rischiosi dei titoli obbligazionari. Storicamente il mercato azionario ha generato rendimenti storici più elevati e minore variabilità sul lungo termine. Prendendo come riferimento l’indice statunitense S&P 500 (in valuta USD), durante periodi mobili di 20 anni dal 1926 in avanti, le azioni hanno fatto meglio delle obbligazioni 71 volte su 73. E quali sono stati i rendimenti cumulati medi per le azioni? 8,41% contro il 2,41% dei titoli obbligazionari. Le uniche due volte in cui questi ultimi hanno reso di più delle azioni, il divario non è stato ampio e mediamente le azioni hanno reso il 2,39%. Evitare investimenti azionari significa dunque che i rendimenti a lungo termine saranno ridotti. Anche un patrimonio da un milione di euro investito interamente in obbligazioni è capace di ridurre a livelli minimalisti un pensionamento trentennale. Non troviamoci privi di risparmio nell’ultima fase della nostra vita, specie se nel campo medico si continuerà a progredire con successo.
Il Sole24Ore – 16 dic 2018
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